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E così, alla fine, anche i 4 Re Magi del Consiglio di Stato che non avevano finora mollato la presa, hanno deciso di chiedere la sospensione dell’indennità telefonica che continuavano a ricevere (contrariamente al loro collega Bertoli che vi aveva rinunciato fin dallo scorso febbraio) imperterriti. Per la verità, si è saputo, pare che da luglio avessero deciso di ridurlo a 125 franchi al mese da luglio. Adesso hanno deciso di “sospendere” questo versamento. Il verbo utilizzato per comunicare la loro decisione ci suggerisce che in realtà i quattro moschettieri non sembrano intenzionati a rinunciarvi definitivamente.
Questa decisione dei quattro consiglieri di Stato è di fatto un’ammissione indiretta della bontà delle denunce presentate da Matteo Pronzini e anche della legittimità di informare il Procuratore Generale di quanto stava succedendo da mesi (dopo che, dal gennaio scorso, era diventata manifesta l’illegalità dell’indennità che i membri del governo percepivano per spese telefoniche).
La querela dei quattro contro Matteo Pronzini assume oggi, alla luce di questa decisione e ancor più di quanto non lo fosse già al momento in cui è stata inoltrata, un aspetto ridicolo che disonora solo coloro che l’hanno inoltrata e la carica che essi rivestono. Costoro non si rendono conto di come il paese stia ridendo di loro e se rimanesse loro ancora un po’ di dignità farebbero bene a ritirare la querela inoltrata contro il deputato dell’MPS
La decisione del governo riguarda il futuro. Resta ancora aperta la discussione sulla restituzione di questi rimborsi percepiti senza alcuna base legale. Attendiamo quindi con interesse la discussione in Gran Consiglio sulla richiesta di restituzione presentata alcuni mesi fa dal nostro deputato.

Va tuttavia osservato che i rimborsi non autorizzati non riguardano solo la telefonia. La perizia del consulente giuridico del Gran Consiglio ricorda infatti che la carenza di base legale si è manifestata anche per i due mesi di “premio” che ogni Consigliere di Stato riceve dopo aver lasciato la carica e per il “dono” del valore di 10’000 franchi, anche questo concesso a chi lascia la carica. In totale una somma di circa 30’000 franchi.

Ma se i rimborsi sono stati una questione importante, il tema delle prestazioni pensionistiche percepite dai Consiglieri di Stato senza che vi sia un base legale sono un vero macigno che, prima o poi, si abbatterà sul governo.

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