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Il Corriere del Ticino di venerdì scorso ha svolto una piccola, ma significativa, inchiesta tra i sindaci di alcuni centri del Cantone (Massagno, Lugano, Bellinzona, Balerna, Riviera, Ascona) per sapere che cosa ne pensassero della proposta di Christian Vitta di diminuire le imposte cantonali delle persone fisiche del 5%.

Dire che tutti (o quasi, vedremo chi si è smarcato) hanno raccolto con estremo scetticismo la proposta di Vitta è ancora poco; di fatti pensano che la proposta di Vitta sia una minchiata bella e buona, ricordando che “se le finanze del Cantone sono migliorate è anche perché qualcun altro ci ha messo del suo, in particolare i Comuni, che da diverso tempo e secondo una logica che prima doveva essere solo sporadica ma che è poi diventata strutturale, sono stati chiamati a dare il loro contributo”.

Sulla base di questa analisi (tutti, o quasi) “chiedono al Governo, prima di discutere eventuali sgravi fiscali, di diminuire e rivedere i contributi loro richiesti proprio da Palazzo delle Orsoline, in primis il fondo di risanamento delle finanze cantonali”.

Una posizione di buon senso di qualsiasi amministratore che, costretto a “tirare la cinghia” e a tagliare spesso servizi essenziali, non perde l’occasione, ora che le cose vanno meglio, per rivendicare il ristorno di tutto o di parte di quanto i Comuni hanno dovuto sacrificare.

Sulla “coerenza” di questi sindaci vi sarebbe da discutere: non li abbiamo mai visti, né sentiti ai congressi dei loro partiti, rivendicare un cambiamento di linea politica o l’abbandono dell’ora tanto vituperata politica di risparmi.

Ma una voce si espressa fuori dal coro, quella del sindaco PS di Bellinzona, Mario Branda. Questi ha dichiarato che il Municipio di Bellinzona “non è detto che assumerà una posizione critica” e che quindi “una dichiarazione in questo senso sarebbe prematura”. Grande imbarazzo da parte del buon Righinetti del CdT che, rose un po’ sorpreso, ha sentito il bisogno di commentare le parole del sindaco ricordando che “D’altra parte i socialisti hanno già espresso scetticismo nei confronti di una proposta di sgravi”.

E bravo Mario! Continua, imperterrito, nella sua politica di sottomissione collegiale; a meno che coloro con i quali collabora non siano…della sua stessa opinione; allora si lancia come un leone (come per la votazione No Billag); ma se dubita che non tutti possano essere d’accordo con la sua posizione, allora si nasconde dietro la collegialità (come è avvenuto quando si è criticata la politica della Posta o quando vi era in ballo il futuro degli ospedali di Valle).

D’altronde il sindaco di Bellinzona, come detto, ci ha abituato a questi slalom. Ad esempio, nella vicenda dell’Officina. Dichiara di stare con gli operai, ma sostiene un accordo con le FFS che vogliono sconfiggere i lavoratori e la loro resistenza; vuole mantenere la continuità produttiva delle FFS, ma promuove una nuova struttura che rinuncerà al 70% delle attuali attività dell’Officina; dichiara di voler difendere i posti di lavoro, ma sostiene un progetto che ne sacrificherà più dei due terzi.

Branda non è strano, è un prodotto tipico della evoluzione del PS. Le città Svizzere sono piene di sindaci come lui: un po’ al governo, un po’ all’opposizione, un po’ astenuti in attesa di vedere come si muovono le cose e poi decidere l’opzione più conveniente. Ad immagine del loro partito, al governo federale (con l’UDC e gli altri) da decenni e decenni per propria scelta e capace di far credere di essere un partito di “opposizione”.

Questa volta Mario si è superato. Formidabile!

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