Tempo di lettura: 3 minuti

agiovanisyrizaAnche la gioventù di Syriza si dissolve dopo il brusco addio degli adulti al programma di Salonicco e al No pronunciato nel referendum del 5 luglio. La maggioranza del Comitato Centrale, con un comunicato, dichiara la contrarietà alle nuove misure d’ austerità e la decisione di lasciare il partito di Tsipras. L’invito ai giovani è quello di votare partiti che fanno riferimento alla sinistra radicale e anticapitalista.

Intanto, a diciotto giorni dalle elezioni, sarebbe ormai testa a testa nei sondaggi elettorali, con Syriza al 26% e Nea Dimokratia distanziati di solo un punto percentuale, un divario che per gli analisti è statisticamente irrilevante se il rilevamento della società Pulse per Action 24 TV dovesse risultare esatto. Indeciso ancora il 10,5% degli elettori. Un altro sondaggio di Mega Gegonota vede ND al 25,3% delle intenzioni di voto e Syriza il 25%, un po’ sotto. Si svolgeranno il 10 e il 14 settembre i dibattiti tra i leader politici dei partiti greci, c’è un accordo su queste date tra i due maggiori partiti in lizza. L’ultimo dibattito televisivo pre-elettorale in Grecia risale al 2009, quando si scontrarono in diretta il leader del Pasok Giorgos Papandreou e il premier e leader di ND Kostas Karamanlis. Il primo dibattito dovrebbe coinvolgere tutti i leader dei maggiori partiti, mentre il secondo sarà solo tra i due sfidanti principali, Alexis Tsipras e Vangelis Meimarakis, il successore del famigerato Samaras alla guida di Nea Dimokratia.
A sinistra, occhi puntati sulla crescita di Unità popolare, lista scaturita dall’indignazione della Piattaforma di Sinistra fuoriuscita da Syriza. Dopo l’eurodeputato Manolis Glezos, eroe della resistenza al nazifascismo, anche Zoe Kostantopoulou, ex presidente del Parlamento, si schiera con l’ex ministro Lafazanis: “Sto dalla parte di chi nuovamente si assume una responsabilità e mi unisco, come indipendente, ad Unità Popolare, che è la prima linea difensiva alla tempesta scatenata con l’indizione delle elezioni anticipate. Contribuisco con tutte le mie forze per far sì che questa linea difensiva diventi un fronte ampio che raggruppi tutti quelli che come noi condividono lo stesso livello di responsabilità verso le persone, la società, la Storia. Lo faccio con tutte le mie forze e penso che sia un dovere, così come lo è lo sforzo di creare un fronte ampio che includa coloro che storicamente, per linea politica e pratica, rappresentano la Resistenza e la la Lotta per i Diritti e la Democrazia. Sono orgogliosa dei miei compagni di Syriza che hanno detto NO [ai memoranda] e che si sono assunti l’onere della doverosa iniziativa di costituire immediatamente un Partito rappresentato in Parlamento; un Partito che è in grado di strappare il mandato [esplorativo, conferito dal Presidente della Repubblica, ndr] per costituire un Governo dalle mani dei nazisti di Alba Dorata [che retrocedono a quarto Partito in Parlamento proprio in virtù della presenza di Unità Popolare, ndr]. Sono orgogliosa dei miei compagni che grazie ai loro riflessi ed alla loro prontezza, non certo per premeditazione come asserisce chi diffama, hanno difeso la causa. Continuiamo la battaglia e la lotta”.
Questa tornata elettorale sarà la prima a non prevedere la corsa di un Papandreou. L’ex primo ministro greco e leader del Pasok, nonché figlio d’arte, ha annunciato che il suo Movimento dei socialisti democratici (Kidiso) non prenderà parte alle elezioni anticipate per «ragioni finanziarie». Si tratta della prima volta da quasi un secolo che un membro della dinastia dei Papandreou non partecipa a un’elezione in Grecia. Kidiso ha preso solo il 2,5% dei voti a gennaio, non riuscendo ad entrare in Parlamento (la soglia è del 3%). Nel 1920 suo nonno, chiamato Giorgos Papandreou come lui, si candidò come indipendente per i liberali a Lesvos. Non fu eletto, ma divenne ministro dell’Interno nel 1923 e successivamente entrò in Parlamento come deputato ‘Venizelista’ (dal nome del primo ministro Eleftherios Venizelos, repubblicano).
Dentro Syriza si abbozza un’autocritica ma si scommette su una coalizione con To Potami. Secondo Nikos Syrmalenios, deputato del partito e membro del comitato centrale, durante la trattativa all’Eurogruppo sono stati commessi gravi errori, anche da parte di Tsipras, fino al rischio che finisca l’esperienza di Syriza: “Non è il nostro obiettivo, logicamente, ma c’è il pericolo che il partito perda la sua fisionomia”, ha detto a un giornalista dell’italiano MicroMega: ” Se non otteniamo il 36-37% sarà molto difficile trovare una soluzione”. La vulgata, tuttavia, resta quella che dipinge Varoufakis come un egocentrico che vuole stare al centro dell’attenzione, quella che il Memorandum non corrisponde agli obiettivi di Tsipras che starebbe pensando a come diminuire le ripercussioni negative verso gli strati deboli e che i dissidenti di sinistra saprebbero solo dire No. “Stiamo cercando di trovare delle misure per evitare le privatizzazioni e gli aumenti delle tasse che gravano su lavoratori e ceti medi”, giura Syrmalenios ammettendo il mancato radicamento di Syriza nella società (30mila iscritti per il 36% di voti sono pochini) e che l’emorragia a sinistra riguarda il 30-35% dei quadri del partito. C’è il rischio che di Tsipras ci si ricordi come di Zapatero o di Renzi.

Print Friendly, PDF & Email